Brutto, troppo brutto per essere vero. Avevamo aspettato questa partita con ansia, a Foggia l'Avellino avrebbe dovuto lottare con le unghie e con i denti per agguantare magari non il secondo posto (difficile pensare a una non vittoria del Catanzaro a Vibo Valentia) ma almeno il terzo sì. E invece si è visto uno dei peggiori Avellino della stagione, sottomesso dal Foggia dal primo all'ultimo minuto, con l'aggravante dell'espulsione di Aloi al 33' del primo tempo. Ringrazia il Palermo che all'ultimo giro supera i biancoverdi e chiude al terzo posto, coronando una seconda parte di stagione da applausi e diventando a tutti gli effetti la vera mina vagante dei prossimi playoff. 

Ma tornando all'Avellino, Gautieri ha perso la sfida col suo maestro Zeman fin dall'inizio: Foggia apparso subito più in palla, a tratti più cattivo e convinto dell'Avellino, capace di creare le occasioni migliori e mandare in bambola la difesa biancoverde con la velocità del suo tridente. Neanche sotto di un gol la squadra irpina è riuscita a reagire, anzi si è fatta prendere dal nervosismo (vedi l'espulsione di Aloi) e lì si è chiusa la partita. Il raddoppio è frutto di una grossa ingenuità di Forte, certo, ma l'Avellino non è mai sembrato in grado di poter segnare, figuriamoci vincere la partita.

Una sconfitta meritata e inconfutabile, che sicuramente qualche allarme lo lancia in vista dei playoff. Il Foggia ha giocato sicuramente meglio, ma ha chiuso al settimo posto, una squadra come quella irpina che ambiva alle prime tre posizioni del campionato avrebbe dovuto quantomeno giocarsela alla pari, invece se questo fosse stato un anticipo di playoff ci sarebbe eccome da preoccuparsi. Sicuramente durante gli spareggi i Lupi giocheranno con un'altra testa e tutt'altra attenzione, vogliamo augurarcelo, e c'è da fare anche i conti con le tante assenze. Purtroppo si è constatato ancora una volta che senza Maniero e Di Gaudio, davanti questa squadra non gira. Mancava Tito (sperando di non dover fare i conti con una nuova positività) e Kragl non al meglio è entrato solo nella ripresa. Senza i suoi uomini più simbolici, se ci mettiamo che due pilastri come Dossena e Silvestri hanno ancora i giramenti di testa per le incursioni dei rossoneri, l'Avellino fa fatica. Ci sono 10 giorni da qui all'esordio dell'Avellino ai playoff (domenica prossima conosceremo l'avversario tra Foggia appunto, Turris, Monterosi o Picerno), e c'è tutto il tempo di rimettere a posto le cose. E soprattutto per recuperare gli acciaccati. In primis gli attaccanti perché, inutile ribadirlo, il Tallone d'Achille di questa squadra è proprio l'attaccato.

Da domani occorre voltare pagina, mettersi alle spalle gli ultimi deludenti scontri diretti e cominciare a pensare solo ai playoff, dovrà essere bravo Gautieri a lavorare sulla testa dei suoi ragazzi e fargli capire che ora inizia un altro campionato: nei playoff tutti i valori si azzerano, e in partite da dentro o fuori può accadere qualunque cosa. L'Avellino deve convincersi dei propri mezzi e soprattutto concentrarsi sull'obiettivo: dopotutto si gioca un torneo che mette in palio la promozione in B. E già questa, come motivazione, dovrebbe bastare.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 24 aprile 2022 alle 20:45
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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