Quando una squadra fuori casa sbaglia un rigore, ne segna un altro, colpisce due pali e crea altre almeno un altro paio di nitide palle gol, per poi perdere 3-1, vuol dire che qualcosa non quadra. A Cesena l'Avellino ha fatto nuovamente un passo indietro, soprattutto in fase difensiva, disastrosa nella prima parte di gara, per poi prendere le misure al Cesena nella ripresa, quando in realtà i padroni di casa hanno badato più a contenere la prevedibile sfuriata dei Lupi. Sta tutta qui l'analisi del terzo 3-1 di fila fuori casa (coppa compresa): attacco ancora vivo e pericoloso, ma difesa ancora bocciata, e ci mettiamo anche un po' di sfortuna.

Sfortuna perché se Ardemagni avesse segnato il primo rigore, forse sull'1-1 la gara si sarebbe incanalata diversamente. Se Ardemagni e Castaldo non avessero colpito due pali (e sul secondo Ardemagni fosse stato più reattivo) forse sarebbe potuta finire diversamente. Attacco parzialmente salvato (più grazie a Castaldo che ad Ardemagni in realtà, stranamente abulico e quasi in preda a un maleficio vista la dose di sfortuna) ma difesa come dicevamo assolutamente da rivedere. Suagher in netto calo rispetto alle precedenti uscite, ingenuo sull'espulsione; da incubo l'esordio di Marchizza che ha sulla coscienza i primi due gol del Cesena. Con una coppia di centrali insufficienti, difficile salvare anche i terzini che si sono resi più utili in fase di spinta (più Laverone in realtà) che di copertura. Una squadra spaccata in due, non supportata neanche da un centrocampo che ha balbettato sia in fase di mediazione che di costruzione.

Insomma un brutto passo indietro su cui Novellino dovrà ragione, e alla svelta visto che lunedì si rigioca. Ma il tecnico, che come al solito a fine partita ha analizzato con lucidità la gara, ha già individuato i punti di debolezza di questa partita. In primis l'atteggiamento mentale, forse si pensava di poter vincere facilmente ovunque dopo il 5-1 al Foggia senza fare i conti con la fame del Cesena, partito a mille. In secondo luogo la scelta di alcuni uomini, "il primo tempo ci servirà da lezione per il futuro" ha detto, meditando forse su qualche scelta sbagliata. E chissà che contro il Venezia non possa avere più spazio Kresic, che ha destato una buona impressione come ammesso dallo stesso tecnico. Forse l'inesperienza dell'inedita coppia Suagher-Marchizza, con quest'ultimo gettato nella mischia dopo pochi allenamenti con i compagni a soli 19 anni, alla lunga ha pagato.

Peccato per un'altra partita gettata alle ortiche e che poteva essere gestita diversamente, soprattutto per dare un po' di continuità ai risultati in casa. Ma il campionato è ancora lungo, tra tre giorni ci si potrà già riscattare al Partenio. Con un monito che va soprattutto alla piazza: per invertire questa altalena di risultati e prestazioni, va anche cercato un certo equilibrio in tutto l'ambiente. Dopo la vittoria sul Brescia sentivo già parlare di playoff, dopo la partita di Cremona di squadra assemblata male, e dopo il Foggia nuovamente di promozione. E' probabile che ora si torni a evocare lo spettro delle zone pericolose. Calma. Non è sicuramente saggio essere così umorali al termine di ogni incontro, il campionato è appena iniziato, la squadra ha delle potenzialità ma Novellino ha ancora da lavorare su tutti gli uomini a sua disposizione. Diamogli il tempo di assemblare al meglio la squadra, alcuni calciatori ancora non hanno fatto il loro esordio in campo. I giudizi, quelli veritieri, si emetteranno a partire dalla prossima primavera.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 15 settembre 2017 alle 23:56
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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