Se quella di Francavilla doveva essere una prova di maturità, l'Avellino l'ha fallita. Perdendo il secondo scontro diretto, dopo quello di Catanzaro di una decina di giorni fa, l'Avellino esce ridimensionato nelle sue intenzioni di velleità. La squadra vista in campo al "Ceravolo" prima, e alla "Nuovarredo Arena" poi, non è sembrata certamente una compagine che può pensare di impensierire il Bari, e comunque sperare di arrivare prima. Come a Catanzaro, l'Avellino parte bene, spaventa l'avversario, poi pian piano sparisce dal campo facendosi mettere sotto e non riuscendo ad impensierire quasi mai il portiere avversario. Tolta la fiammata iniziale infatti, con la doppia occasione costruita da Ciancio e Carriero che poteva lasciar ben sperare, l'Avellino non si è quasi mai visto in attacco, se non con sporadiche occasioni e con il forcing finale di partita. Attaccanti non pervenuti, Murano inesistente, Plescia non ha migliorato la situazione e gli esterni ci hanno messo corsa e volontà, ma non hanno mai portato pericoli. Si può forse recriminare sul doppio errore difensivo sul gol del Francavilla, respinta corta di Pane e mancato aggancio di Bove, ma per il resto l'Avellino non ha fatto molto per provare a vincere.

Dopo la vittoria contro il Monterosi non si è fatto che parlare di possibilità di agganciare il Bari, del rallentamento dei pugliesi, di possibilità di riaprire il campionato. Ma non a caso avevamo avvertito: non è una vittoria, tra l'altro neanche entusiasmante, contro il Monterosi a dimostrare la forza dell'Avellino. Le concorrenti ci sono e sono agguerrite, è dagli scontri diretti che passano le velleità irpine. E purtroppo gli scontri diretti hanno dimostrato che la squadra biancoverde non è ancora al passo con le altre. Magari da qui a fine campionato i fatti ci smentiranno e l'Avellino rimonterà il Bari, tutto è possibile, ma dopo quanto visto a Catanzaro e Francavilla mi sento di dire che questa squadra dovrà cercare di trovare il miglior piazzamento playoff, e poi giocarsela.

Senza Maniero, il miglior Maniero che aveva trascinato la squadra alla vittoria nelle ultime uscite, è tornata una squadra normale, al pari delle altre, e che può incappare in sconfitte contro compagini più affamate, come sono apparse Catanzaro e Virtus. Le potenzialità l'Avellino le ha, senz'altro, i giocatori anche, ma poi in campo vince la fame e la voglia di crederci. E oggi la Virtus ci ha creduto di più. L'espulsione di Matera non ha aiutato i tentativi di rimonta, sicuramente, ma fino a quel momento non è che l'Avellino avesse impressionato per gioco e per occasioni create.

Un brutto stop insomma, che come dicevo probabilmente ridimensiona le ambizioni di vertice: se 7 punti erano tanti, 10 diventano una montagna altissima. Probabilmente solo lo scontro diretto col Bari potrà riaprire o chiudere definitivamente i discorsi, ma intanto l'Avellino deve cominciare a pensare meno alle altre e più a sé stesso, ricominciare a correre, ad accumulare punti, e vedere dove riuscirà ad arrivare. Perché a questo punto l'avversario non si chiama più solo Bari, ma si chiama anche Catanzaro, Virtus Francavilla, Monopoli.
Sezione: Editoriale / Data: Mar 15 febbraio 2022 alle 21:00
Autore: Domenico Fabbricini
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