C’è rammarico per la sconfitta subita dall’Avellino a Cagliari. Fermo restando il maggior tasso tecnico dei rossoblù, che a tratti hanno mostrato ampiamente controllando la gara e sfiorando il terzo gol, ma per il modo in cui è maturata questa sconfitta, con un po’ di fortuna e attenzione in più sarebbe anche potuta finire diversamente. Anche se bisogna ammettere che sarebbe stata una beffa per il Cagliari visto quanto ha creato nel corso del match. Fortuna che per esempio è mancata sul gol di Sau, in leggera posizione di fuorigioco, ma magari con un assistente più attento il primo tempo sarebbe finito 0-0. Attenzione in zona realizzativa, dove Mokulu non ha dato seguito alla buona prova espressa contro il Modena denotando ancora tutte le lacune che abbiamo sottolineato più volte: in avvio di ripresa ha ricevuto una palla d’oro che un bomber di razza avrebbe solo dovuto scaraventare in porta senza troppi pensieri, mentre lui ha temporeggiato troppo sperando di riuscire a saltare il portiere con andatura lenta. Poi ha sprecato un passaggio per Trotta con un improbabile lob quando un rasoterra lo avrebbe forse messo a tu per tu con la porta.

Ma tutto l’attacco, orfano di Castaldo, continua ad avere le polveri bagnate, è vero che l’Avellino è finora andato in rete ad ogni partita, ma fatica sempre a trovare conclusioni degne di nota. Anche oggi, tolte due occasioni importanti per Mokulu, Trotta non ha mai trovato la porta (anche perché servito poco e male, bisogna sottolinearlo) e l’unico gol è arrivato da Arini. Bastien non ha impressionato come nell’esordio e sugli esterni di difesa l’Avellino continua a soffrire: Nica oggi è riuscito a fare quasi peggio di Nitriansky.

Il risultato dice 3 punti in 3 partite. E’ presto per emettere giudizi ma analizzando quello che si è visto in questi primi 270 minuti di campionato, l’Avellino appare un gradino inferiore rispetto a quello dell’anno scorso, meno brillante e ancora in evoluzione. La speranza è che si trovi presto la quadratura del cerchio perché da tutti gli addetti ai lavori la campagna acquisti e la conseguente rosa non sono da poco, ma bisogna poi saper esprimere sul campo questo potenziale.

Tra soli sette giorni potremo saperne di più: i Lupi sono ora attesi da un vero tour de force con Novara in casa martedì e Bari in trasferta domenica. Trasferta quest’ultima che offre anche lo spunto per un altro dato da non sottovalutare: l’Avellino ha un calendario in avvio molto duro, che forse sta penalizzando il cammino in campionato. Salerno, Cagliari e Bari consecutivamente nelle prime tre trasferte non sono una passeggiata e una sconfitta al Sant’Elia poteva anche essere messa in preventivo. L’importante è non farsi condizionare da un avvio difficile e puntare con decisione al primo obiettivo stagionale dei 50 punti. Poi, come l’anno scorso, si vedrà.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 19 settembre 2015 alle 18:00
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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