Sembra quasi farlo apposta l'Avellino: ogni qualvolta il Bari non vince, gli irpini non ne approfittano. I galletti pareggiano, l'Avellino fa lo stesso, il Bari perde, idem l'Avellino. Scherzi del calendario: è accaduto anche oggi, fragorosa la caduta interna, subita in rimonta, dal Bari contro il Messina, e l'Avellino puntualmente cade a Catanzaro. Coincidenze a parte, c'è da dire che sulla sconfitta in terra calabrese non si può avanzare alcuna scusante. Il Catanzaro ha meritato il risultato, dopo un primo tempo equilibrato ha preso campo, ha spinto e ha creato le occasioni migliori, impensierendo più volte Pane fino alla doppia capitolazione finale, mentre l'Avellino pian piano si è sciolto, restando a guardare. Tolto il tentativo di Maniero dopo pochi minuti, infatti, non si ricordano particolari pericoli dalle parti di Branduani. Probabilmente anche il giorno in meno di riposo il Catanzaro ha giocato mercoledì, l'Avellino giovedì non ha aiutato i biancoverdi, che nella ripresa hanno accusato la fatica. Ma c'è da riconoscere anche la forza dell'avversario, che non scopriamo certo oggi, per cui non si può parlare di tre punti persi ma di una sconfitta da accettare e di cui fare tesoro per ripartire al più presto.
Una sconfitta a Catanzaro, nell'arco di una stagione, può essere messa tranquillamente a referto, soprattutto se si tratta del secondo stop in 24 giornate. L'unica altra sconfitta, come si ricorderà, era arrivata contro il Monterosi, poi 16 risultati utili consecutivi: quella irpina resta la squadra meno battuta del torneo. Tanti numeri per dire di non fare tragedia di questa sconfitta, anche se si era fatta la bocca buona ai risultati positivi, ma testa bassa e lavorare. Resta l'amaro in bocca per un'altra occasione persa per avvicinare la vetta, certo, ma l'Avellino visto in campo oggi non meritava altro risultato. Grinta, impegno, giro palla ci sono stati, ma attacco poco pungente stavolta, e difesa che per la quarta partita consecutiva subisce gol. Neanche la panchina stavolta ha aiutato Braglia, che ha operato alcuni cambi rispetto a giovedì scorso, un po' per turnover un po' per necessità vedi le condizioni non ancora perfette di Murano.
Si resta a -9 dal Bari quindi, con la concorrenza che aumenta anche per un posto al sole nei playoff. E il tour de force continua: sabato si rigioca contro il Monterosi, per riscattare la sconfitta dell'andata, poi altra infrasettimanale con la Fidelis Andria. Partite più alla portata per riprendere subito il cammino interrotto.
Una sconfitta a Catanzaro, nell'arco di una stagione, può essere messa tranquillamente a referto, soprattutto se si tratta del secondo stop in 24 giornate. L'unica altra sconfitta, come si ricorderà, era arrivata contro il Monterosi, poi 16 risultati utili consecutivi: quella irpina resta la squadra meno battuta del torneo. Tanti numeri per dire di non fare tragedia di questa sconfitta, anche se si era fatta la bocca buona ai risultati positivi, ma testa bassa e lavorare. Resta l'amaro in bocca per un'altra occasione persa per avvicinare la vetta, certo, ma l'Avellino visto in campo oggi non meritava altro risultato. Grinta, impegno, giro palla ci sono stati, ma attacco poco pungente stavolta, e difesa che per la quarta partita consecutiva subisce gol. Neanche la panchina stavolta ha aiutato Braglia, che ha operato alcuni cambi rispetto a giovedì scorso, un po' per turnover un po' per necessità vedi le condizioni non ancora perfette di Murano.
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