Da orgoglio irpino a traditore, la parabola di Fabiano Parisi non conosce mezze misure. Intorno al ragazzo di Serino si è scatenato il caos: solo poche settimane fa Parisi era un calciatore inamovibile, incedibile per l'intera tifoseria biancoverde, buona parte di questa attiva sui social con giudizi che spesso sono il contrario di quelli espressi anche solo il giorno prima. Solo qualche tempo fa per lui si sprecavano complimenti, affrettati paragoni con calciatori già affermati nei quali Parisi usciva spesso vincitore, confermando la passionalità di un popolo che vive per la sua squadra di calcio, ma che ogni tanto perde pure il contatto con la realtà. Era un campione Parisi, uno da Nazionale nel giro di due-tre anni, ora è diventato un bambino viziato, che non è manco poi sto granché in campo, che ha tanto da imparare, fisicamente scarso e poco attento in fase difensiva. Sono questi i commenti piovuti a raffica sui social. Insomma da nuovo Cabrini, Parisi è diventato un calciatore che farebbe fatica a giocare titolare pure in Serie D. Perché? Parisi sta semplicemente pagando lo scotto dei suoi vent'anni e dell'essere parte integrante del lato meno passionale e molto più venale del mondo del calcio, quello che pensa - anche giustamente, ma troppo spudoratamente - al dio denaro, con comportamenti che spesso portano a interrompere rapporti umani consolidati per abbracciare altre situazioni. Per dirne una: così si è perso per strada Mario Balotelli, che ha gettato alle ortiche una marea di occasioni e a 30 anni continua a comportarsi come a dieci anni fa.

Parisi fa parte della "scuderia" di uno dei procuratori più affermati del panorama calcistico italiano, uno di quelli che non fa sconti neppure al Padreterno, che ha un peso specifico rilevante nell'ambiente e muove parecchi fili durante le finestre di mercato. Ma è pure uno che pretende il meglio per i suoi assistiti e, di riflesso, per sé stesso. Parisi ha solo 20 anni, è un ragazzo ambizioso come tanti altri suoi coetanei, ma è anche attaccato alla sua terra, seppure in questo momento potrebbe sembrare il contrario. Qui ha i suoi affetti più cari ed è per questo che, in un primo momento, aveva chiesto al suo agente di restare un altro anno ad Avellino, prima di trasferirsi ad Empoli. Poi tutto è cambiato. Pur di prenderlo, l'Empoli ha acconsentito alla richiesta di Giuffredi alzando l'offerta fino ai 400 mila euro di base più bonus che scatteranno dopo un certo numero di presenze accumulate da Parisi e una percentuale sulla futura rivendita. Ma soprattutto i toscani hanno offerto al calciatore 80mila euro di ingaggio, a salire fino ai 140mila euro. Tanti soldi per un ragazzo di 20 anni con un contratto di addestramento tecnico in tasca e un ingaggio di poco meno di 800 euro al mese. Qualcuno tirerà in ballo l'esempio dell'operaio che lavora 15 ore al giorno e ne guadagna 1000, ma questa è un'altra storia: il calcio va così, viaggia su binari differenti dalla vita reale. Insomma, l'Empoli crede in Parisi, a tal punto da investire più soldi di quanti ne investì anni fa quando prese Di Lorenzo, ora nel Napoli e nel giro della Nazionale, dal Matera in Lega Pro.

La domanda è: l'Avellino crede davvero in Parisi? Perché in attesa di ascoltare la risposta della società alle parole (accuse...) rilasciate ieri a SportChannel da Mario Giuffredi, la sensazione è che non si è mai fatto il possibile per trattenerlo in biancoverde, offrendogli un compenso migliore dei 900 euro al mese imposti via Pec - così dice il procuratore - al calciatore. Un ingaggio che sia adeguato ai suoi 20 anni, ma anche al talento del ragazzo (l'under migliore dello scorso campionato, secondo la Giovane Italia) e alla categoria in cui gioca, considerando che diversi volti nuovi della rosa biancoverde percepiscono ingaggi netti tra i 75mila e i 90mila euro. Perché qui, checché ne dica qualcuno sui social, parliamo di un calciatore di 20 anni, tra i migliori elementi per rendimento nella stagione in D e tra i migliori in Lega Pro. Non lo diciamo noi, lo dicevano chi ora lo attacca. Lo dicono i gol segnati contro il Picerno, la Sicula Leonzio, il Monopoli, la Vibonese: quattro prodezze. Parliamo di un calciatore sì ancora acerbo, ma con indiscusse qualità per quello che è il livello dei campionati finora affrontati. Pure il preparatore atletico dell'Avellino, Natalino Orrù, in un'intervista rilasciata a RadioPuntoNuovo, ha detto che Parisi è stato il calciatore che più lo ha convinto sul piano atletico, durante il ritiro a Sturno. Significa che il ragazzo si è allenato sempre a pieno ritmo, nonostante le sempre più insistenti sirene di mercato. Non lo diciamo noi, lo ha detto un preparatore atletico tra i più importanti della categoria. La sensazione è che il giocattolo si sia rotto definitivamente. E qui incolpiamo in primis Giuffredi, che spingendo Parisi a inviare quel certificato medico ha aizzato la folla contro il ragazzo. Ma quale attacchi d'ansia? È comprensibile il malumore e l'amarezza vissuti in questo momento da Parisi, irpino, tifoso dell'Avellino, che si sta vedendo massacrare dai commenti dei suoi conterranei. Ma arrivare persino a parlare di attacchi d'ansia, ci sembra esagerato. Anche perché Parisi ha dimostrato pure di saper gestire le pressioni: lo dimostrano la splendida prova nello spareggio con il Lanusei e molte altre prestazioni offerte contro avversari di fascia quotati ed esperti. Non si comprende poi il comportamento dell'Avellino. 

Sempre in attesa di risposte dalla società, restano le parole di Giuffredi. L'Avellino non avrebbe mai formulato un'offerta al calciatore, limitandosi a prolungare l'accordo al minimo salariale, rifiutandosi anche di adeguare l'ingaggio a quello che Parisi percepirebbe ad Empoli, nel caso in cui i toscani acconsentissero a lasciarlo in prestito all'Avellino. E qui tornano di attualità le dichiarazioni di Giovanni Ignoffo - confermate dallo stesso Giuffredi - rilasciate a inizio luglio a SportChannel. In quell'occasione Ignoffo colpevolizzò Salvatore Di Somma per non aver mai creduto nelle qualità di Parisi, finito subito sul mercato dopo l'errore commesso a Pagani, in Coppa Italia (provocò un calcio di rigore). Era il 14 agosto, Parisi da quel giorno non ha più lasciato il campo, né con Ignoffo, né con Capuano allenatore. E pure Braglia, se potesse decidere senza impedimenti, si terrebbe volentieri Parisi. Inoltre, secondo quanto ci risulta, la scorsa estate l'Avellino ha rischiato di perdere Parisi a costo zero: l'esterno serinese era già sul punto di firmare un biennale con l'Albinoleffe. Poi il colpo di reni e il contratto di addestramento tecnico salvarono l'Avellino, che se riuscirà a intascare un bel gruzzoletto dall'Empoli, qualcuno (che è andato altrove...) dovrà pur ringraziare. Qualcosa ci sfugge. Intanto il teatrino è iniziato e va avanti, nel mezzo c'è il futuro di un ragazzo della nostra terra, beniamino della tifoseria fino a qualche giorno fa, ora reincarnazione del diavolo.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 16 settembre 2020 alle 12:00
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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