"State calmi, se potete", è il messaggio criptato di Carlo Musa lasciato in pasto alla stampa, al termine dell'amichevole contro la Rappresentativa Valle Ufita, che ha completato il trittico di test a Sturno del nuovo Avellino. Le polemiche generate negli ultimi giorni dagli addii di Michele Capozzi e, soprattutto, di Duilio Evangelista hanno gettato ombre sul rapporto lavorativo e personale tra il direttore sportivo e Archimede Graziani, indiscusso leader dei primi dieci giorni di vita della società biancoverde. L’allenatore toscano, da buon sergente di ferro quale è, ha preso in mano le redini e senza peli sulla lingua ha spiegato che nessuno meriterà contratti sulla fiducia, tutti dovranno mettersi alla prova in campo. Vuoi giocare nell’Avellino? Fammi vedere cosa sai fare.

Certo, il parere dell’allenatore è soggettivo. Può anche sbagliare, potrebbe anche scartare il nuovo Lionel Messi come accadde ai poco attenti osservatori del Como prima che “La Pulce” diventasse un campione nel Barcellona. Ma a Sturno, di Messi o di Cristiano Ronaldo, non se ne sono ancora visti. Purtroppo. 

E qui arriviamo a quanto accaduto tra ieri e oggi. Sui social e attraverso interviste di rito, il duo Musa-Graziani ha ricevuto insulti e attacchi feroci dall’epurato Evangelista. Il centrocampista ha spiegato di aver ricevuto da Musa la promessa di un contratto e che la stessa è stata poi “stracciata” da Graziani. “Musa non ha voce in capitolo, perché comanda Graziani”, questo il succo del discorso di Evangelista che, sul suo profilo Instagram, ha dato dell’incompetente a chi non gli ha permesso di giocare nell’Avellino. Graziani? Molto probabile.

Musa ha tenuto a chiarire, con parole di circostanza cariche di amarezza e frustrazione, che "nessuno scavalca nessuno" e che "è stato scartato chi non è stato ritenuto idoneo al progetto". "Ci metto sempre la faccia" ha pure detto il ventottenne diesse, rispedendo al mittente le provocazioni ricevute negli ultimi giorni. 

L'Avellino, seppure scivolato nell'inferno dei dilettanti, ha bisogno di professionisti veri. Evangelista è un bravo calciatore, ma ha ancora tanto da dimostrare. Esistono modi diversi per spiegare la propria versione dei fatti, senza affidarsi agli insulti sui social. Perché tutto questo potrebbe influire – e speriamo di no – sul suo futuro da calciatore e sul prosieguo della carriera. Chi allenatore vuole un calciatore che al primo “no” o alla prima esclusione dai titolari ti manda a quel paese? Nessuno. A meno che, quel calciatore, non sia Messi o Cristiano Ronaldo.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 28 agosto 2018 alle 20:04
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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