Primo pesante tonfo dell'era Capuano. Se contro la Reggina l'Avellino poteva recriminare per qualche decisione arbitrale discutibile, uscendo comunque a testa alta dallo scontro con la capolista del girone, a Catanzaro l'Avellino ha fatto rivedere tutti i limiti che avevano caratterizzato l'era Ignoffo. E' sembrato di rivedere la sfida di Pagani, costato la panchina al tecnico: stesso risultato, stessi errori difensivi, stessa anemia offensiva. Terminato l'effetto benefico del cambio di panchina, che generalmente interessa le prime 2-3 giornate, è venuto fuori il vero Avellino, con le sue carenze, i suoi difetti, le sue mancanze. E' rimasto il carattere del tecnico, quello sì perché l'Avellino ha lottato, non ha demeritato specialmente nel primo tempo, ha colpito un palo con Micovschi e sempre con il rumeno ha sfiorato il 2-2 che avrebbe forse cambiato la partita. Ma il colpo del ko è stato il 3-1, generato ancora una volta da un errore di Laezza, stessa posizione di domenica scorsa contro la Reggina, dinamica simile. Ma se contro i calabresi il dubbio del fallo in attacco resta, a Catanzaro Laezza è sembrato davvero inciampare da solo, lasciando via libera al gol avversario. Nel postpartita Capuano ha provato a richiamare il fallo sul difensore, ma lui stesso ha poi sottolineato come questo Avellino abbia delle mancanze e che bisogna lavorare.

Non si può dire che il Catanzaro abbia rubato la partita, tutt'altro: resta l'amaro in bocca per una squadra che sembra potercela fare e poi si scopre sempre da una parte o dall'altra, regalando gol quando meno te l'aspetti. Il primo gol è frutto di una sfortunata carambola tra difensori che servono involontariamente Favalli a porta vuota; sul secondo gol Abibi resta fermo a guardare una palla che forse con un semplice tuffo si poteva anche respingere; del terzo gol abbiamo già parlato. Bastano queste ingenuità difensive, le ennesime, a spiegare un nuovo ko che rende la classifica nuovamente allarmante. Oltre al già noto problema offensivo: Charpentier è bravo, segna, crea occasioni, ma da solo non può reggere tutto il peso del reparto offensivo. A Catanzaro è tornato al gol Di Paolantonio, ma Albadoro e Alfageme sembrano due corpi estranei, completamente avulsi dalla manovra e mai pericolosi.

Purtroppo è una squadra incompleta, e lo si sapeva, con tanti limiti, alla quale bisogna mettere delle pezze dove e come si può per cercare quantomeno di salvare la stagione. Possono capitare partite in cui non si verificano ingenuità come quelle di oggi e si riesce a portare a casa il risultato, o partite in cui l'avversario è decisamente più forte e va riconosciuto. In mezzo una serie di gare intermedie in cui l'Avellino dovrà cercare di racimolare quanti più punti possibile per raggiungere quanto prima la quota salvezza. Un'altalena di risultati ed emozioni che purtroppo ci accompagnerà fino alla fine della stagione.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 03 novembre 2019 alle 00:00
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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