Nei nostri ultimi due editoriali dell'8 agosto (leggi QUI) e del 20 agosto (leggi QUIavevamo provato a comprendere lo stato d'animo di Piero Braglia, alla luce di un mercato che stentava a decollare e che ha portato il tecnico ad allenare solo una dozzina di elementi, per lo più giovani, nei primi giorni di ritiro a Sturno. 

Seppure il trainer grossetano avesse dichiarato, il 14 luglio scorso, nel giorno della sua presentazione ufficiale, di non avere fretta e che il mercato andava svolto in maniera oculata per non sbagliare colpi, è altrettanto vero, e lo abbiamo scritto l'8 e il 20 agosto, che la rosa biancoverde avrebbe dovuto beneficiare di almeno una decina di calciatori della prima squadra prima della partenza per il ritiro. A questi andavano, poi, aggiunti giovani della Berretti e qualcuno in prova (come l'algerino Kerbache), per permettere a Braglia di iniziare a costruire la sua creatura a un mese di distanza dalla ripresa della stagione regolare. 

Evidentemente, visto lo sfogo avuto ieri al telefono (leggi QUI), a Braglia non è piaciuta la paciosa calma di Salvatore Di Somma, tanto da evidenziare quanto fosse ristretta la rosa a sua disposizione e l'impossibilità di iniziare a provare schemi e movimenti. 

Il direttore sportivo, capita l'antifona, ha velocizzato le operazioni di mercato portando alla corte dell'allenatore quattro calciatori in una settimana. Calciatori validi come il portiere Forte, prelevato dalla Carrarese, i difensori Miceli e Rocchi arrivati rispettivamente da Sambenedettese e Cavese e il centrocampista Bruzzo, messosi in mostra col Pontedera. Quattro innesti importanti per iniziare a dare una sembianza di squadra all'Avellino.

La rosa, però, è ancora esigua, se si considera che all'interno del gruppo che si allena al Castagneto ci sono la meteora Federico, destinato a lasciare l'Irpinia, l'attaccante Ferretti, che non sembra essere nei piani di Braglia e Parisi, sul quale l'Empoli ha riposto tutte le attenzioni per rinforzare la fascia sinistra difensiva. Viene da sè che, Braglia rischia di avere a disposizione, a un mese dallo start del campionato, solo sei calciatori arruolabili (i quattro nuovi arrivati più i riconfermati Laezza e Silvestri)

Se da un lato va rispettato il lavoro della dirigenza biancoverde e la volontà della proprietà, di non effettuare spese pazze considerate le difficoltà generate e lasciate in eredità dal Coronavirus, e di pensare anche ad altre situazioni come il progetto del settore giovanile e i lavori al Partenio-Lombardi, dall'altra va rispettata la carriera di Piero Braglia, che sul campo ha vinto cinque campionati, quattro di Lega Pro in piazze complicate come Catanzaro, Pisa, Castellammare di Stabia, Cosenza e vuole ripetersi ancora in una città, Avellino, affamata di vittorie. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 27 agosto 2020 alle 14:30
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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