Una storia che tutti auspicano avrà un lieto fine perché si parla di vita privata innanzitutto e di un ragazzo di 24 anni. Quella di Daishawn Redan è una brutta notizia soprattutto per lui e la sua famiglia, per i suoi bambini e poi chiaramente per il Redan calciatore di riflesso. Una dipendenza gli sta portando via tempo e talento ma soprattutto la serenità e l’opportunità di sfondare nel mondo del calcio. Perinetti e Condò lo avevano portato ad Avellino come top player per la C e i numeri lo confermavano. Le undici reti con la Triestina erano un bel bigliettino da visita ma Tesser lo aveva detto: “va coccolato”. Ad Avellino non è andata bene sin da subito, tranne che per la doppietta al Catania, il gol al Giugliano in coppa e la rete con l’Altamura. Un periodo che con Biancolino aveva fatto sperare nell’exploit del giocatore.

Rumors poi hanno fatto il giro della città: qualche comportamento sopra le righe, qualche assenza di troppo. Non il massimo della professionalità. Dietro tutto questo evidentemente si nascondeva qualcosa di più grande, molto più grande. Il prestito al Beerschot lo aveva messo in mostra con quattro reti in otto gare, al Lokeren poi, zero. Ora la confessione della madre, un grido d’aiuto. Per Redan la carriera è seriamente compromessa e l’Avellino ovviamente può farci poco, con un contratto pesante sulle spalle fino al 2028. I lupi si tuteleranno in ogni sede.

Sezione: Copertina / Data: Gio 13 novembre 2025 alle 12:45
Autore: Redazione Avellino
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