Un pari che non serve a nessuno: a Carpi si doveva vincere, lo speravano i tifosi che per tutta la settimana hanno caricato la squadra, sia con la presenza massiccia all'allenamento di mercoledì, sia a Carpi quando un gruppetto di ultrà all'arrivo del pullman ha avvicinato i calciatori per richiamarli alla vittoria, unico risultato utile per allontanare la parte bassa della classifica. E invece è finita con un brodino, una partita avara di emozioni, uno 0-0 che non accontenta nessuna delle due parti con i tifosi di casa a fine partita a fischiare per una vittoria che manca da sei turni e quelli ospiti, accorsi in gran numero da Avellino, delusi per il solo punto portato a casa.
Certo, in altri tempi si sarebbe guardato a questo punto al 'Cabassi' con ottimismo, anche perché l'Avellino ha giocato in dieci per oltre mezz'ora del secondo tempo per l'espulsione di Marchizza per somma di ammonizioni, ma nella situazione attuale questo punto non può essere accolto con grande soddisfazione. Anche perché non si può neanche dire che l'Avellino le ha provate tutte per vincere, non si è assistito a un assalto all'arma bianca né a una partita di cuore e sacrificio, in cui si è fatto di tutto per portarla a casa. Si è assistito piuttosto a una partitella al piccolo trotto, come se nessuna delle due avesse troppa voglia di affondare il colpo. Non si è affatto notata infatti l'inferiorità numerica da parte dell'Avellino, ma non perché i Lupi abbiano sopperito alla mancanza con verve e aggressività, ma piuttosto perché il Carpi si è limitato a controllarla senza troppa convinzione. Come dire: avete più bisogno di noi di questi punti, ma se neanche ci provate con troppa convinzione, quantomeno proviamo a costruire qualcosa.
E in effetti le occasioni migliori le ha avute nonostante tutto il Carpi, con Melchiorri a fine primo tempo (bravo Radu) e con qualche incursione nella ripresa. Quasi nullo l'Avellino davanti: ripetiamo, l'uscita di Asencio ha ridotto al solo Ardemagni (poi sostituito da Castaldo) il peso offensivo, ma non si è vista quella voglia di vincere che i tifosi avevano acclamato a gran voce. Piuttosto un accontentarsi di un punto.
Il problema è che, mentre l'Avellino trotterella in questo rush finale, le altre dietro continuano a correre e a gettare il cuore oltre l'ostacolo. A parte l'Entella fermata ieri dal Bari, oggi la Pro Vercelli ha fermato nientemeno che il Parma, il Cesena il Frosinone, l'Ascoli ha pareggiato col Perugia, il Novara in casa dell'Empoli, promosso comunque in A. E ora la classifica comincia a farsi preoccupante perché l'Avellino, pur restano un posto sopra i playout, è comunque a pari punto con il Novara (41) che è dentro gli spareggi salvezza, a +1 sull'Ascoli terzultimo e +4 sulle ultime due della classe. A quattro partite dal termine i Lupi saranno ora chiamati a vincere quantomeno gli scontri diretti, vero crocevia per una salvezza che rischia a questo punto di complicarsi oltremodo fino all'ultima giornata. Ci sarà ancora da soffrire, e come se non bastasse prosegue la 'strage' dell'infermeria con Ngawa che si è fermato dopo pochi minuti di gioco. E Marchizza mancherà contro il Cittadella per squalifica dopo l'espulsione.
Urge una sterzata per non rovinare tutto proprio nel finale di stagione, dopo un anno passato sempre fuori dalla zona retrocessione...
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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