Finalmente l'Avellino cancella anche l'ultimo zero in classifica, quello relativo alle vittorie esterne. Era da febbraio che la squadra irpina non vinceva fuori casa, a Catanzaro nello scorso campionato. Fin qui solo pareggi e l'unica sconfitta a Monterosi. Finalmente la compagine di Braglia aggiusta ulteriormente il suo rendimento dell'ultimo periodo e innalza la media punti: si diceva la settimana scorsa del cammino ideale fatto di vittorie in casa e pareggi fuori casa dopo il paventato esonero del tecnico, ora i tre punti cominciano ad arrivare anche in trasferta e la classifica comincia ad assumere una connotazione più consona. Sette risultati utili consecutivi, 15 punti in 7 gare. Ad incidere soprattutto due fattori: la difesa quasi impenetrabile con 9 gol subiti, la seconda migliore del torneo dopo il Catanzaro, e l'attacco che si è finalmente sbloccato. Se prima della fatidica gara di Monterosi, che può rappresentare una sorta di spartiacque tra un prima e un dopo, l'Avellino non era mai riuscito ad andare oltre massimo 1 gol a partita, segnando appena 4 gol in 7 partite, nelle successive e ultime 7 i gol messi a segno sono stati 11.

Come leggere questo dato? Innanzitutto il cambio modulo ha dato maggiore peso al reparto offensivo, dopotutto qualcosa andava cambiato se segni 4 gol in 7 partite. Ci è arrivato per gradi Braglia partendo dal 3-5-2, accorgendosi poi di non avere una spalla titolare adeguata di Maniero e per sfruttare le caratteristiche dei tanti esterni in rosa si è passati al 4-3-3, ma anche questo non ha portato i risultati sperati. La svolta con il 4-2-3-1 che permette di schierare contemporaneamente i 4 giocatori offensivi più talentuosi, e la squadra si è sbloccata. Modulo che permette di avere in campo due giocatori imprevedibili come Kanoute e Micosvchi sugli esterni, un trequartista funambolico come Di Gaudio che all'occorrenza può anche alternarsi con Kanoute sull'esterno dietro una punta esperta come Maniero. Non è un caso che proprio gli esterni sono stati i primi a sbloccarsi: da loro non ci si può attendere la doppia cifra ma se cominciano a incidere nel computo generali delle reti, l'ago della bilancia si sposta. Anche se oggi Micovschi è apparso ancora un po' in ombra rispetto a quello che conoscevamo, e Maniero è tornato a bocca asciutta anche se ha lottato come un leone su tutto il fronte d'attacco.

Se Braglia però vorrà portare avanti questo modulo con convinzione fino in fondo, dal mercato di gennaio bisognerà intervenire per adattare la rosa proprio a questo schieramento. D'Angelo è un giocatore offensivo, sacrificarlo in mediana è un po' un peccato. Vero che quando rientrerà Carriero fungerà lui da frangiflutti insieme ad Aloi anche se oggi Matera a sorpresa titolare si è ben comportato, ma forse qualcosa in cabina di regia serve. Così come, ribadiamo, serve una prima punta di peso che dia fiato a Maniero e probabilmente, sembra strano a dirsi vista l'abbondanza nel reparto, anche un altro paio di esterni. Perché in caso di mancanza di uno o due tra Kanoute, Micovschi e Di Gaudio, l'unica alternativa è cambiare modulo. Portare avanti questo sistema di gioco presuppone quindi l'avere a disposizione almeno un doppione di pari livello per ogni ruolo. In modo da pareggiare anche gli organici, in termini di completezza, di Bari e Catanzaro.

Avellino quindi si ricandida prepotentemente come una candidata alla vittoria finale, 7 punti dal Bari sono tanti e in mezzo ci sono squadre che stanno facendo benissimo come Catanzaro, Monopoli, Palermo e Virtus Francavilla, ma se appunto arriveranno i rinforzi giusti, insieme al ritrovato entusiasmo e convinzione nei propri mezzi, si potrà disputare un girone di ritorno di prim'ordine. Un periodo do rodaggio dopo aver cambiato tanto ci stava a inizio stagione, si sono limitati i danni perdendo una sola volta, inanellando ora diverse vittorie consecutive la classifica può davvero svoltare. E tra tre settimane c'è Avellino-Bari...
Sezione: Editoriale / Data: Dom 14 novembre 2021 alle 21:00
Autore: Domenico Fabbricini
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