Evidentemente le squadre del Lazio portano bene all’Avellino: sei punti in 180’ contro Rieti e Viterbese e la classifica ha tutto un altro aspetto. I biancoverdi hanno abbandonato la zona playout, sfruttando la sconfitta della Virtus Francavilla, allontanandosi ulteriormente dalla parte segnata in rosso in virtù degli scivoloni di Rende, Rieti e Sicula Leonzio e Picerno.

A Viterbo si è vista la mano di Ezio Capuano. E’ arrivata una vittoria che rispecchia fedelmente il carattere del tecnico. Vittoria doveva essere e vittoria è stata, e pazienza se a qualche esteta del bel calcio non sia piaciuta la prestazione dell’Avellino, determinato e attento in difesa, cinico al punto giusto nel segnare sull’unica occasione creata.

C’è da ricordare che la squadra è arrivata a Viterbo con Laezza che lamentava la frattura del setto nasale (domani è in programma la riduzione in ospedale) e che Celjak non c’era per un infortunio muscolare. Nel primo tempo si sono fermati pure Zullo e Alfageme, mentre Morero ha chiuso la partita con una gamba in meno, a causa di un problema muscolare. Stoicamente è rimasto in campo: sembrava di assistere all’epica partita di Beckenbauer contro l’Italia ai Mondiali del ’70. In quel caso il tedesco giocò con una spalla lussata, ma poco importa. 

Paragoni a parte, l’Avellino ha proseguito sulla strada intrapresa mercoledì con la Ternana piuttosto che su quella avviata domenica contro il Rieti in balia degli eventi negativi. Bisognava confermarsi, e l’Avellino lo ha fatto, trascinato dal suo popolo.

Tutto questo strappa un bel sorriso, anche perché non ci sono altri motivi per sorridere. La telenovela societaria ha stancato. Il tira e molla, i CdA, le assemblee straordinarie, le udienze in tribunale, gli ultimatum: Avellino e gli avellinesi non meritano tutto questo. Si faccia chiarezza, una volta per tutte, si faccia un passo indietro se non ci sono le condizioni per proseguire l’esperienza alla guida della società. Si rispetti una piazza che non ne può più di incertezze e silenzi

Cambiano le proprietà e le categorie, ma sono tre anni e mezzo che, alle prestazioni della squadra in campo, si affiancano le vicende giudiziarie, le voci su possibili passaggi di consegne che, puntualmente, evaporano sul filo di lana (Circelli e Izzo come la Italpol?).

Domani (lunedì) è un’altra giornata campale. C’è un appuntamento dal notaio Aponte e Napoli che la IDC non ha ancora disdetto; in mattinata potrebbe tenersi un nuovo CdA “urgente” richiesto da Dario Scalella. E’ in atto un’opera di persuasione per spingere Mauriello e De Cesare a presentare le dimissioni. Intanto il tempo passa, il 16 dicembre si avvicina, e qualcuno dovrà pur mettere mano alle tasche per pagare stipendi e contributi ai tesserati. La penalizzazione in classifica, evitatecela. Grazie.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 01 dicembre 2019 alle 21:52
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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