Chi sperava in un Avellino diverso in trasferta, galvanizzato dopo le due vittorie consecutive in casa, è rimasto deluso. Certo Crotone è campo difficile, si giocava in casa della capolista che peraltro non aveva mai subito gol in casa, e un passo falso nell'economia di un campionato può anche starci allo 'Scida', ma ci si aspettava quantomeno di vedere la cosiddetta 'prestazione', soprattutto per dare continuità a un processo di crescita che era in atto e far capire che, a prescindere dal risultato, si tratta di un altro Avellino rispetto a quello abulico di inizio campionato. Invece, tranne qualche acuto, si è visto il solito Avellino formato trasferta: impalpabile in attacco, distratto in difesa. Difficile capire dove finiscano i demeriti dell'Avellino e comincino i meriti del Crotone, ma la sintesi è che il 2-0 finale non fa una piega. L'Avellino non è mai riuscito a impensierire realmente Branduani, Micovschi ha denotato una certa vivacità sull'out di destra, come contro l'Andria, ma non si è mai reso realmente pericoloso e non è quasi mai riuscito a servire palloni giocabili ai compagni. Russo è stato uno dei più attivi in attacco, quantomeno l'unico che ha provato a calciare in porta, ma da solo ha potuto fare ben poco. Trotta purtroppo delude ancora, non calcia mai in porta, sfrutta molto il fisico, fa salire la squadra, ma davanti è impalpabile.

La difesa, si diceva, ha commesso ancora ingenuità decisive: si conoscono le pecche dell'Avellino, squadra che soffre troppo sugli esterni, e si è visto, con Kargbo che ha imperversato come un forsennato sulla sinistra, sfruttando tra l'altro la fascia più debole in termini difensivi dell'Avellino, quella destra, con Ricciardi che lo sappiamo non ha attitudini difensive e oggi ha potuto anche spingere poco rispetto al suo solito. E' lui a commettere fallo da rigore lasciandosi sfilare il calciatore del Crotone (che forse commette anch'egli fallo, ma siamo comunque al limite), che poi Marcone para, ma sfortuna vuole che Aya devi la ribattuta di Chiricò proprio all'incrocio. Eppure il rigore del primo tempo ha retto per quasi tutta la partita, che è rimasta in equilibrio, seppur in controllo da parte del Crotone, fino al raddoppio, quando ancora Kargbo è andato via troppo facilmente a ben due difensori, Rizzo e Moretti, e ha servito a un solissimo Petriccione la palla del 2-0.

Avellino mai in partita, mai pericoloso, che mai ha dato l'impressione di poter dare un'accelerata al match o provare a ribaltarlo. E siamo di nuovo a commentare una debacle in trasferta, la quarta in quattro partite lontano dal Partenio, dove finora si è sempre perso. Peccato perché dopo le recenti prestazioni sembrava davvero di vedere un altro Avellino, Taurino ieri parlava di una convinzione diversa, la squadra sembrava diversa. Ma probabilmente il Crotone è una spanna sopra, e ha dato conferma del fatto che l'Avellino, pur non essendo squadra da ultimi posti, non è sicuramente all'altezza di Crotone e Catanzaro, che stanno ammazzando questo campionato. E non è servito inserire ben 4 attaccanti nel finale, giocando con una sorta di 4-2-3-1 (Murano, Ceccarelli e Russo alle spalle di Gambale) per rendersi più pericolosi.

Il lupo si lecca ancora le ferite, dovrà riflettere ancora sui propri errori, sui propri deficit offensivi, e ricominciare la corsa, sabato prossimo, in casa contro l'Audace Cerignola, avversario nuovamente alla portata.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 08 ottobre 2022 alle 20:30
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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