A volte ritornano. A 15 giorni di distanza dall'ultima volta in cui l'abbiamo sentito parlare, Luigi Izzo ha battuto un colpo inviando una mail alle testate giornalistiche irpine, poco dopo le 21.30. Era in silenzio dal 10 febbraio, da quando in diretta TV annunciò di aver messo in vendita le sue quote, dopo quel triste lunedì trascorso a Napoli, nell'ufficio del notaio Di Lorenzo, ad aspettare Nicola Circelli, che invece parlava beatamente davanti a microfoni e taccuini, al Partenio-Lombardi. Più di due settimane di silenzio, nel corso delle quali l'Avellino è riuscito a mettersi comunque in regola con il pagamento di stipendi e contributi, versando quasi 300mila euro sui conti correnti dei suoi tesserati (mancano ancora quelli ai dipendenti, vero Circelli?), rispettando la scadenza del 17 febbraio, evitando così la penalizzazione di 4 punti in classifica. L'Avellino ci è riuscito senza il contributo economico di Izzo, nè quello di Autorino o di De Lucia, ma a quest'ultimo va dato atto di averci messo la faccia, presentandosi più volte allo stadio, comunicando più volte la sua intenzione di partecipare alle spese, pagando l'ultima trasferta della formazione Berretti. Izzo, invece, si è trincerato dietro nel suo silenzio. Noi di TuttoAvellino lo bacchettammo subito dopo la mancata risposta alla domanda rivoltagli da alcuni colleghi a Napoli, circa il pagamento degli stipendi di febbraio. Quel giorno Izzo tergiversò, balbettò qualcosa, mise in mezzo i legali, attaccò Circelli, ma non rispose alla domanda: presidente, parteciperà al pagamento degli stipendi? Silenzio. E, infatti, come volevasi dimostrare, a fare fronte all'ingente spesa sono stati Circelli e la Innovation Football. C'è da dire che era compito dell'amministratore convocare l'assemblea dei soci e che Circelli ha fatto e sta facendo di tutto per "eliminare" Izzo (vedi il licenziamento di Musa, il ritorno di Di Somma e la rivoluzione del settore giovanile targato Martone), ma è pur vero che Izzo se n'è stato buono buono ad aspettare, per poi magari contestare l'operato degli altri due soci nel caso in cui l'Avellino non fosse riuscito a mettersi in regola. Ora, a 15 giorni di distanza, è uscito allo scoperto con il classico comunicato stampa prima della buonanotte, annunciando di essere pronto a restare nell'U.S. Avellino nel caso in cui D'Agostino o un altro imprenditore amico volesse acquistare il 50% in possesso di Circelli e della Innovation Football, oppure di farsi da parte cedendo le sue quote al socio rivale. Se non è zuppa è pan bagnato, insomma. Il fatto è che il giovane rampollo della famiglia Izzo, lo scorso 10 febbraio, ha perso quasi tutta la stima che i tifosi dell'Avellino avevano riposto in lui. E si può ben notare su Facebook, leggendo i commenti sui vari gruppi o sulla nostra pagina. Alle 22.30, dei 12 commenti postati sotto la notizia della possibile permanenza in società di Izzo, nessuno era in suo favore. Zero su dodici. A questo punto c'è da pensare che la maggioranza del popolo irpino non voglia più Izzo in società, ma neppure Circelli, il quale tra salti mortali e capriole, è riuscito comunque a evitare la stangata all'Avellino, ottenendo pure un nuovo rinvio da parte della commissione della Figc. Non avrà le garanzie per fare calcio come vorrebbe la federazione, non sarà un miliardario alla Berlusconi prima maniera, non convince più di tanto (qualcuno dice che alle sue spalle ci sia proprio la Sidigas...), ma almeno si sta impegnando a non far scomparire il calcio ad Avellino. E Izzo? 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 25 febbraio 2020 alle 22:35
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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