Nella giornata che doveva essere di riscatto per tutto l'ambiente biancoverde, in cui si aspettava lo squillo dell'Avellino che dimostrasse di essere ancora vivo, ne arrivano ben quattro contro un Taranto che alla vigilia, vista anche la situazione, preoccupava e non poco. La squadra dell'ex Eziolino Capuano veniva da una sconfitta amara nel derby con la VIrtus Francavilla che aveva lasciato il dente avvelenato all'allenatore, è una squadra che fa delle motivazioni e della grinta le sue armi migliori e proprio da questo punto di vista l'Avellino aveva dimostrato di soffrire recentemente. Invece la tanto attesa reazione c'è stata, forse anche oltre ogni aspettativa perché nessuno si aspettava di battere 4-0 il Taranto, e magari il risultato non rispecchia appieno neanche il reale andamento del match. Ma al di là dello score, quello che contava era vincere, e vittoria è stata. Una vittoria scacciacrisi che allontana la zona cupa della classifica (anche se l'Avellino è ancora a pari punti con le squadre in zona playout) e riavvicina la zona playoff, ora a -3.
Ma parlare di classifica è presto soprattutto in questo periodo, conta l'aver visto l'Avellino ritrovare convinzione nei propri mezzi, fiducia, arrivata forse dopo il primo rigore concesso a Trotta, ma comunque arrivata. Fino a quel momento, infatti, la partita stava scorrendo via abbastanza equilibrata, con poche occasioni da una parte e dall'altra, con un Taranto coriaceo e combattivo come ci si aspettava, ma con un Avellino comunque presente e reattivo. E' stato un episodio a sbloccare la partita ma dopo l'Avellino si è rasserenato, ha preso fiducia e soprattutto non si è accontentato, continuando a giocare. Forse un po' generoso il secondo penalty, ma andare sul 2-0 ha fatto scattare qualcosa nella mente dei calciatori, troppo demoralizzati dagli ultimi risultati, troppo mortificati da una classifica imprevista, e finalmente si sono sciolti, cominciando a giocare come ci si aspettava da inizio stagione.
Il tre a uno di Casarini è il suggello all'impegno del centrocampista, oggi capitano; il 4-0 di Murano, inatteso perché arrivato nel finale in uno scampolo di partita concesso all'attaccante, è un altro bel segnale: il gol ritrovato da parte del Samurai e anche il sorriso, dopo che in coppa non aveva esultato alla bella segnatura. Segno che probabilmente anche Murano si sta ritrovando e questo gol, proprio perché arrivato con pochi minuti a disposizione, potrebbe avergli restituito nuove convinzioni, anche perché segue di poco quello segnato contro il Catanzaro. Ma le rispote positive sono state molteplici oggi: la doppietta di Trotta, su rigore ma pur sempre doppietta; la nuova buona prova della coppia difensiva Moretti-Auriletto, che si candida a coppa titolare; la conferma di Russo, ormai elemento imprescindibile; il ritorno di Illanes, schierato da terzino destro come esperimento per il futuro, che non ha dato risultati negativi, anzi. Così come il ritorno di Zanandrea, anche lui testato in posizione di terzino sinistro in caso di emergenze: il risultato ha permesso un po' di esperimenti nel finale.
Tanti buoni segnali quindi da una partita che ero un vero spartiacque: non vincere avrebbe significato sprofondare al penultimo posto, oltre che appesantire ulteriormente il morale dei calciatori. Una vittoria invece restituisce convinzione, morale e fiducia nel futuro. E permette di preparare nel migliore dei modi il derby di mercoledì che, visto l'impegno ravvicinato, potrebbe far viaggiare ulteriormente la squadra sui binari dell'entusiasmo. O almeno ce lo auguriamo: lo stesso Rastelli ha parlato di quella continuità che troppe volte è mancata a questa squadra, continuità che è l'unica arma per riportarsi in posizioni più consone di classifica. Il malato non guarisce in un giorno, ma almeno oggi si è vista una bella reazione, ora l'importante è continuare su questa strada senza altre brusche interruzioni, arrivando al 23 dicembre nella miglior posizione di classifica. E poi si penserà al mercato.
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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