Perinetti il 'mediatore'. Potremmo definire così il ruolo che il prossimo dirigente dell'Avellino ricoprirà in seno alla società di Angelo Antonio D'Agostino. In primis, come già detto qualche giorno fa e come specificato ieri, ci sarà da definire la situazione Rastelli. Delle tre strade che avevamo prospettato, ovvero esonero del tecnico, incontro per ridefinire la clausola di prolungamento in caso di esonero, o semplice mantenimento dello stato di fatto, dovrebbe prevalere la seconda opzione, ovvero quella della mediazione. Perinetti dovrebbe incontrare Rastelli, capire cosa non è andato lo scorso anno, cosa si è rotto nelle ultime giornate e provare a far leva sull'orgoglio dell'allenatore, che non crede di essere l'unico responsabile del fallimento del progetto tecnico, convincendolo ad abbandonare o limare tale clausola: se il lavoro pagherà, non ci sarà bisogno di una clausola di salvataggio. Dovrebbe battere su questo tasto Perinetti, ma la strada dell'esonero non sembra percorribile allo stato attuale, anche per l'effettivo esborso economico. 

Poi ci sarà da ricomporre la frattura tra Rastelli e la società: le parti non si parlano da tempo, non ci fosse stata la clausola probabilmente D'Agostino lo avrebbe già esonerato, ma se si vuol andare avanti con lui non si può convivere da separati in casa. Bisogna condividere scelte e visioni, e in questo Perinetti dovrà fare da paciere. 

Infine ricomporre il rapporto tra la piazza e la società: quella stessa piazza che ha accolto favorevolmente l'arrivo di D'Agostino, la sua capacità di spesa, i primi risultati buoni (semifinale di playoff raggiunta al primo anno), per poi rimanere delusa dall'andamento successivo: uscita immediata col Foggia lo scorso anno, e la rivoluzione di questa stagione con i risultati deludenti sotto gli occhi di tutti. Una caduta verticale che ha fatto perdere credibilità agli occhi dei tifosi, complici anche le dichiarazioni, spesso fuori luogo, nel corso del campionato e infine il lungo silenzio che continua dal 23 aprile. Ora, per rompere questo silenzio, D'Agostino dovrà solo giocarsi la carta del riscatto, parlare quando avrà davvero un piano concreto in mano in grado di far ricredere i tifosi, magari usare una strategia comunicativa diversa, non sbandierare ai quattro venti nuovamente la volontà di vincere il campionato ma scusarsi per gli errori del passato e ripartire, umilmente, con un nuovo progetto che solo con unità di intenti può portare i suoi frutti.

Lasciar lavorare Perinetti, i suoi collaboratori, il tecnico e i calciatori, e valutare le risposte che solo il campo potrà dare.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 06 giugno 2023 alle 15:24
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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