Un Avellino inguardabile butta all'aria 3 punti al Partenio-Lombardi contro un Messina non irresistibile ma ben organizzato e che non ha mai smesso di crederci, come è giusto che sia, quando dall'altra parte trovi una squadra senza anima, senza carattere e senza grinta nel volere vincere la gara.
Primo tempo ben gestito dai lupi, che hanno approcciato bene il match, trovando al 13' il gol con capitan Aloi, dopo una giocata super di Kragl. Il tedesco ha imbeccato il mediano siciliano che di piatto dal limite ha insaccato alle spalle del portiere peloritano.
L'Avellino ha avuto anche le chance per chiudere la gara nel primo tempo, con un ottimo Kanoute bravo a mettere in difficoltà la difesa messinese, ma i lupi non sono riusciti a chiudere il match.
Nella ripresa, occasione per Kragl su calcio di punizione, parato bene da Lewandowski, poi si è spenta la luce ed è cominciato un film vecchio, visto e stravisto purtroppo.
L'Avellino si è completamente fermato, poche idee, difficoltà anche atletica. L'atteggiamento di tanti giocatori, anche subentrati, è stato impresentabile. Tra l'altro, preoccupano anche le condizioni di Maniero, uscito in lacrime in barella al 64', dopo una caduta su uno stacco di testa. L'impressione a caldo, è che per l'attaccante, non si tratti di qualcosa di poco conto. Ma si attendono riscontri medici dettagliati.
Nel finale, il Messina, con caparbietà, ha provato a pervenire al pareggio, con l'Avellino che si è chiuso in difesa, in protezione del vantaggio minimo, tra i mugugni del Partenio. Mugugni che si sono trasformati in contestazione al gol di Piovaccari al 91', dopo un orrore consentite il termine di Silvestri, inaccettabile per un giocatore della sua esperienza e qualità. Film visto e già visto, dicevamo, per la rabbia del popolo biancoverde, che è esplosa a fine gara.
Rabbia giusta, perché questa squadra sembra non imparare dai propri errori. Una squadra presuntuosa, che guarda più in casa di altri, invece di pensare ai problemi in casa propria. Ci riferiamo alle parole dopo Taranto, quando si faceva riferimento alla fortuna altrui, che vincevano le gare al 90'. Ecco, la differenza è che le altre, per vincere al 90', ci credono, non mollano mai, lottano e magari sì, poi la fortuna li premia anche.
L'Avellino invece, al 90' ne ha persi tantissimi di punti, spesso subendo anche gol inaccettabili, come oggi, come con il Foggia o il Monopoli. E i tifosi biancoverdi giustamente sono stanchi di vedere sempre la stessa storia, di assistere ad un film già visto e ad un atteggiamento assurdo dei calciatori, non da chi vuole vincere la partita a tutti i costi.
Ora testa bassa, pedalare, senza pensare a nulla e recuperare energia, condizione e umiltà in vista dei playoff.
Mercoledì c'è la sfida con il Catania, poi ci sarà la gara di Picerno. Due partite dove bisognerà ritrovare la giusta determinazione e archiviare una gara pessima come quella di oggi.
Primo tempo ben gestito dai lupi, che hanno approcciato bene il match, trovando al 13' il gol con capitan Aloi, dopo una giocata super di Kragl. Il tedesco ha imbeccato il mediano siciliano che di piatto dal limite ha insaccato alle spalle del portiere peloritano.
L'Avellino ha avuto anche le chance per chiudere la gara nel primo tempo, con un ottimo Kanoute bravo a mettere in difficoltà la difesa messinese, ma i lupi non sono riusciti a chiudere il match.
Nella ripresa, occasione per Kragl su calcio di punizione, parato bene da Lewandowski, poi si è spenta la luce ed è cominciato un film vecchio, visto e stravisto purtroppo.
L'Avellino si è completamente fermato, poche idee, difficoltà anche atletica. L'atteggiamento di tanti giocatori, anche subentrati, è stato impresentabile. Tra l'altro, preoccupano anche le condizioni di Maniero, uscito in lacrime in barella al 64', dopo una caduta su uno stacco di testa. L'impressione a caldo, è che per l'attaccante, non si tratti di qualcosa di poco conto. Ma si attendono riscontri medici dettagliati.
Nel finale, il Messina, con caparbietà, ha provato a pervenire al pareggio, con l'Avellino che si è chiuso in difesa, in protezione del vantaggio minimo, tra i mugugni del Partenio. Mugugni che si sono trasformati in contestazione al gol di Piovaccari al 91', dopo un orrore consentite il termine di Silvestri, inaccettabile per un giocatore della sua esperienza e qualità. Film visto e già visto, dicevamo, per la rabbia del popolo biancoverde, che è esplosa a fine gara.
Rabbia giusta, perché questa squadra sembra non imparare dai propri errori. Una squadra presuntuosa, che guarda più in casa di altri, invece di pensare ai problemi in casa propria. Ci riferiamo alle parole dopo Taranto, quando si faceva riferimento alla fortuna altrui, che vincevano le gare al 90'. Ecco, la differenza è che le altre, per vincere al 90', ci credono, non mollano mai, lottano e magari sì, poi la fortuna li premia anche.
L'Avellino invece, al 90' ne ha persi tantissimi di punti, spesso subendo anche gol inaccettabili, come oggi, come con il Foggia o il Monopoli. E i tifosi biancoverdi giustamente sono stanchi di vedere sempre la stessa storia, di assistere ad un film già visto e ad un atteggiamento assurdo dei calciatori, non da chi vuole vincere la partita a tutti i costi.
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