E adesso chi ci crede più. Troppe le occasioni buttate, troppe le parole, i proclami. Troppi i gol subiti, troppi gli errori e soprattutto troppe le sconfitte. Bisogna rassegnarsi, è un Avellino normale, come disse Archimede Graziani a suo tempo. Non gli si può dare torto. Una mentalità che non c'è, un gioco che non c'è. Nonostante il cambio di allenatore, nonostante l'arrivo di diversi giocatori anche di buona qualità. Errori tecnici, ma soprattutto dirigenziali che finiscono giocoforza per abbattersi sull'andamento della squadra. Chiedere info a Luis Alfageme, in tribuna a Cassino aspettando un tesseramento che forse non arriverà mai. Erano tanti i tifosi biancoverdi nel settore ospiti quando hanno fatto cenno alla squadra di non avvicinarsi e di andare direttamente negli spogliatoi. Testa bassa per tutti, cominciando da capitan Morero. L'Avellino non sa fare l'Avellino in questo campionato. Gli addetti ai lavori la indicano ancora come la favorita, ma ora i 10 punti di distacco dal Lanusei capolista sono veramente troppi.

Servirebbe un miracolo sportivo, ma forse è meglio pensare già al ripescaggio dell'anno prossimo. La rimonta la si sogna quando in campo si possono ammirare 16 lupi affamati. Ma questo accade pochissime volte. Ci si aspettava una stagione sicuramente più facile, dove la risalita sarebbe dovuta essere un gioco da ragazzi. Invece l'Avellino è un banchetto gustoso per molte formazioni, soprattutto in trasferta, dove si pareggia, si perde e qualche volta si riesce a vincere, ma senza esagerare. Dov'è il problema? Lo si spieghi alla piazza, avvelenata più che mai, che pensava di poter cominciare meglio il 2019. Invece la "canzone" è sempre la stessa. E' un disco incantato questo Avellino che non merita tutto il calore e i sacrifici di una tifoseria che ingoia l'ennesimo rospo. Basta così. E' davvero troppo. 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 27 gennaio 2019 alle 17:24
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
vedi letture
Print