Non può piovere per sempre, dicevamo dopo l'ultimo deludente pareggio casalingo contro il Pescara. Troppe volte la fortuna (e gli arbitri) avevano voltato le spalle all'Avellino in questo girone di ritorno, troppe volte vittorie raggiunte e meritate erano sfuggite di mano negli ultimi minuti. Stavolta, proprio su uno dei campi più difficili della B e contro una delle candidate alla promozione diretta, l'Avellino ritrova la vittoria e i tre punti, ripagando così tanti bocconi amari buttati giù nell'ultimi periodo.
Quello che più conforta, oltre al risultato pieno e sorprendente per certi versi, è stata la prestazione della squadra, ancora una volta gagliarda e propositiva, senza alcun timore reverenziale; segno che Rastelli e i suoi collaboratori hanno fatto in settimana un ottimo  lavoro non solo tattico ma anche psicologico, trasformando come si diceva la rabbia in furia agonistica, e non in depressione per le vittorie sfumate. L'Avellino al Castellani ha giocato come nelle ultime partite, è passato in vantaggio come nelle ultime partite e fortunatamente stavolta non si è lasciato raggiungere, grazie a un arbitro finalmente equo che ha mostrato i cartellini rossi agli avversari quando c'era da farlo.

Se proprio vogliamo trovare un argomento di discussione possiamo tirare in ballo l'atavica incapacità dell'Avellino di chiudere le partite: in superiorità di due uomini la squadra di Rastelli non ha cercato più di tanto il guizzo del 2-0, a parte l'occasione al 49' di Galabinov, badando per lo più a far scorrere le lancette e amministrare palla. E' vero che l'Empoli in 9 faceva molta più fatica a costruire azioni pericolose, ma se fosse scappato il gol del pareggio sarebbe stata una beffa ancor più atroce di quella di Varese. Un pizzico di cattiveria in più sottoporta non guasterebbe, per cercare di andare oltre il solito "golletto" che è diventato una sorta di marchio di fabbrica dell'Avellino targato 2014.

Ma chiusa questa parentesi, si può solo gioire per un Avellino ritrovato, che vuol dire la sua fino all'ultimo per il discorso playoff, e che ha dimostrato ancora una volta che può giocarsela alla pari contro chiunque. A questo punto sognare qualcosa in più della semplice salvezza è più che lecito.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 08 marzo 2014 alle 00:00
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
vedi letture
Print