Raffaele Biancolino si è raccontato in una lunga intervista a SportWeek, in uscita oggi con La Gazzetta dello Sport. L'allenatore dell'Avellino è partito dal raccontare le emozioni di guidare la squadra di cui è stato bandiera da calciatore: "All’inizio non c’era nemmeno tutto ’sto amore, quando venivo ad Avellino a una serata oppure passavo e mi dicevo: “Ma come fanno?”. Però era una piazza che aveva fatto la Serie A, potevo mettermi in luce. Poi quando ho messo quella maglia ho provato qualcosa di speciale. L’ho sentita subito mia. Lei mi ha dato tanto, io ho dato tanto a lei. Sono orgoglioso di essere napoletano, ma oggi adoro Avellino. È amore vero. A un certo punto a Messina eravamo terzi, durante una trasferta a Mantova chiamai il presidente dell’Avellino: “Mi fai tornare?”. E lui: “Sei pazzo? Stai giocando il campionato”. “Sì, ma qua non mi trovo”. Ero al Venezia in B e scesi in C, solo perché Avellino mi chiamò. Dovevo riportare la squadra dove l’avevo lasciata.

Allenare la squadra di cui sei stato una bandiera richiede responsabilità. Ti dicono subito: “Non illuderti né deludermi. Ma almeno so che tu sai cosa vogliamo e come lo vogliamo”. È una cosa che sento dentro, appartenenza, ai ragazzi che alleno questa città la racconto. Mi caricano i tifosi quando mi incontrano".

Sezione: Copertina / Data: Sab 15 novembre 2025 alle 10:18
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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