Ce ne ha messo l'Avellino a essere costruito: con calma, meticolosità, attenzione in tutti i reparti. Di Somma e D'Agostino lo hanno detto piu' volte questa estate, mentre i tifosi cominciavamo già a mugugnare per i calciatori che non arrivavano, e lo stesso Braglia che ha firmato il contratto solo a inizio ritiro, ha piu' volte espresso perplessità per la mancanza di calciatori (mai visto un ritiro con una decina di calciatori). Le premesse sembravano nefaste, una squadra incompleta a pochi giorni dall'inizio del campionato, arrivata a giocarsi la prima partita di coppa con soli 13 effettivi. Ma la calma è la virtu' dei forti, e per adesso (ricordiamoci pur sempre che si sono giocate solo due partite) il campo sta dando ragione alla dirigenza irpina. Braglia è finalmente soddisfatto, ha giocatori di qualità e in numero giusto in ogni reparto, Fella già oggi a Palermo ha fatto vedere subito di che pasta è fatto segnando il gol del 2-0, e dimostrando di essere la vera ciliegina sulla torta di questo mercato, arrivato proprio al fotofinish. I giudizi si danno alla fine, e così a fine mercato si può dire che l'Avellino ha operato bene, magari non è una corazzata stile Reggina dello scorso anno o anche Bari di quest'anno, ma è une balla squadra: solida, compatta, rocciosa, pericolosa. Non si è comprato tanto per farlo, come ha sempre detto D'Agostino, ma con pazienza si sono presi gli interpreti giusti.

La vittoria di Palermo, che proietta l'Avellino a punteggio pieno con due partite da recuperare (contro Turris e Bisceglie, entrambe in casa) restituisce diverse certezze. Innanzitutto una squadra compatta che ha già una mentalità vincente: l'Avellino non faceva punteggio pieno a Palermo dal 1980. Una squadra che non ha quasi mai corso pericoli al cospetto di un Palermo comunque indicato come una possibile sorpresa, pur senza dimenticare che la squadra rosanero ha iniziato in ritardo e viene comunque dalla D. Ma di fatto la difesa si è dimostrata ancora una volta granitica, e se non ha ancora subito reti dopo 180 minuti qualcosa vorrà pur dire. A centrocampo D'Angelo è praticamente ovunque, oltre ad avere un discreto fiuto per il gol (due reti in due partite e "capocannoniere" dell'Avellino fin qui), Aloi bene; De Francesco deve ancora una volta essere rivisto, ha fatto bene ma dà sempre l'impressione che può dare di piu'. In attacco Fella ha dimostrato subito sul campo le qualità per cui tutti lo hanno incensato nell'ultima settimana, Maniero e Santaniello i soliti sparvieri d'area (anche se non hanno ancora segnato).

Insomma una gran bella squadra, costruita bene, che lascia soddisfatti dirigenza e tifosi. Dove potrà arrivare lo dirà solo il tempo, ma queste prime due partite lasciano intendere che possa essere davvero lassu' per tutto il campionato a lottare per qualcosa di importante. Magari non proprio da primo posto, ma con i playoff a 10 posti, e dopo esserci entrato con la squadra dell'anno scorso, sembra essere quantomeno il piazzamento minimo: resta da capire solo in che posizione l'Avellino centrerà la griglia.

Braglia ha lavorato benissimo nel poco tempo avuto a disposizione, considerato che diversi calciatori sono qui da meno di un mese, tanto che la squadra è apparsa in forma e già padrona di alcuni concetti del mister. Ora testa bassa e pedalare, non si è fatto ancora niente ma vittorie e bel gioco danno morale e convinzione nei propri mezzi.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 11 ottobre 2020 alle 20:30
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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